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Videogiocare è peggio che fumare

mario smoking

La violenza nei videogiochi è un tema che di questi tempi va molto di moda. Non appena succede una strage di qualche tipo, la prima cosa che le televisioni e i giornali mettono in evidenza è la connessione fra l’assassino e la sua passione per i videogiochi. Questo è successo in occasione della strage di Oslo, a seguito della quale ha fatto scalpore un certo servizio del TG1, e sicuramente accadrà la stessa cosa con la recente strage di Tolosa. E poco importa che a videogiocare sia ormai la maggioranza della popolazione globale, il videogioco è ancora considerato fonte di devianza psicologica e sociale, la causa di comportamenti eccessivi e violenti.

Il tipico esempio che si fa in questi casi è il paragone tra videogiochi e film: anche nei film infatti ci sono scene di sesso e violenza, spesso addirittura più rudi e volgari che nei videogiochi, eppure i film non sono trattati altrettanto duramente; nessuno propone tagli, censure o bandi e penso che mai nessuno sia arrivato ad accusare un Rambo qualsiasi di stimolare comportamenti violenti. Come mai questa disparità? Molti sostengono che, a differenza dei film, nei videogiochi intervenga un fattore ulteriore che permette al videogiocatore un grado di immedesimazione  di molto superiore. Interazione è la parola chiave. Non solo mera contemplazione, come avviene per tutte le altre forme d’arte, ma possibilità di interagire. Se ci pensate si tratta di una vera e propria rivoluzione, un nuovo mondo di cui è stata esplorata solo una minima parte. Proprio a causa del suo carattere rivoluzionario è normale che all’inizio ci sia diffidenza da parte della società: è successo più volte in campo artistico (impressionisti) e letterario (decadenti) e sta succedendo anche adesso con i videogiochi.

GtaIl terreno di scontro più acceso, come detto poco fa, è il tema della violenza, che oggettivamente è presente in ogni videogioco eccetto forse i puzzle game. Tutto è cominciato nel lontano passato quando la creatura di Carmack e Romero, Doom, uno dei primi FPS della storia, fa la sua comparsa sul mercato nel 1993. Subito la violenza insita nel videogame in questione viene collegata a episodi di violenza giovanile, a episodi di satanismo e addirittura al massacro di Columbine. Tornando ai giorni nostri la “lotta” è continuata con titoli come i vari GTA (non se ne salva uno), i due Manhunt (il secondo bandito in Italia) e i due (fra poco 3) Postal. In tutti questi casi si accusava il videogioco in esame di spingere a comportamenti violenti. Questo avveniva e avviene ancora oggi in una società in cui il medium videoludico è visto come un “giocattolo” per adolescenti. Non deve stupire quindi la valanga di polemiche che generalmente seguono il rilascio di un titolo particolarmente maturo o violento.

manhunt

Di recente un deputato del Congresso americano, tale Joe Baca e il collega Frank Wolf hanno proposto una legge che se approvata obbligherebbe i publisher ad esporre sul package del videogioco un’etichetta che riporti tale dicitura: “Attenzione: l’esposizione ai videogiochi violenti è stata collegata a comportamenti aggressivi”. Un pò come avviene con le sigarette, solo che in questo caso non ci sono prove valide che avvalorino la tesi. Questa presunta connessione fra comportamenti violenti e videogiochi infatti è stata a intervalli più o meno regolari confermata e poi smentita da studi scientifici più o meno attendibili. Quel che è certo è che una vera e propria dimostrazione scientifica non esiste a tutt’oggi. In più questa etichetta andrebbe applicata a tutti i videogiochi esclusi quelli per bambini (Cooking Mama et similia), ma per quale motivo bisognerebbe farlo se non sono violenti? Alle spalle sembra sia celato un vero e proprio pregiudizio verso il videogioco senza che che ci sia una diretta e approfondita conoscenza del medium.

Personalmente potrei elencarvi centomila difetti di un videogiocatore, ma di certo fra questi non rientra la violenza e l’aggressività, a meno che alla base non ci siano situazioni difficili e in questi casi il videogioco è solo uno dei tanti mezzi che rendono esplicita una condizione di disagio che di solito perdura da molto tempo. Con questo non voglio dire che non debba esserci una sorta di controllo, soprattutto sui più piccoli, ma questo dovrebbe essere svolto direttamente dai genitori, che spesso non hanno conoscenze o voglia di farlo. In ogni caso il videogiocatore adulto dovrebbe poter usufruire di esperienze più mature senza paura di censure di alcun genere.

La situazione è quindi destinata a cambiare? Si può sognare un mondo in cui videogioco e società convivono? A mio parere sì. La strada del videogioco verso la conquista di una piena dignità culturale è molto lunga e tortuosa, ma sono convinto che non appena la vecchia generazione lascerà il posto alla generazione cresciuta a pane e videogiochi, cioè i ventenni e i trentenni di oggi, le cose saranno destinate a volgere per il meglio.

Fonti: Punto Informatico, Corriere.it, Kotaku

Come ti risolvo la crisi

Porno. Ora scommetti un rene e due polmoni, di cui uno ovviamente non tuo, che le visite del blog subiranno un’impennata vertiginosa. Impossibile fare i finti tonti: il mondo gira attorno al porno. Tutto è porno. Tu sei porno. Berlusconi è porno. Io sono porno. E allora quale migliore soluzione ai problemi che affliggono il mondo se non il porno? E perchè non coniugare la passione che accomuna me e voi, cioè i videogiochi, con la forma d’arte più vecchia del mondo?

“Videogiochi e euro” questo il titolo dell’argomento proposto da quei vecchi marpioni di Ringcast nel loro penultimo podcast (il 53 per l’esattezza). L’allegra combriccola composta dal buon Gatsu, dal paterno Ferruccio, dal prode Vitoiuvara e dall’ingegner Michele ci chiede: come risolvereste la crisi economica europea con i videogiochi? Tu ti sei immediatamente affrettato a rispondere, anche perchè c’era in palio una copia bella bellissima di Rochard, videogioco sviluppato dai finlandesi Recoil Games e quando tu senti la parola gratis ti fiondi immediatamente a riscuotere.

Ecco quindi la risposta che hai dato:

Più si invecchia e più ci si rende conto che la soluzione di tutto è il porno ( Vito concorderà sicuramente). Partendo da questo presupposto é facile intuire come possano i videogiochi risolvere la crisi dell’euro. È infatti universalmente noto che fra le più belle donne del mondo rientrino sicuramente le eroine dei videogiochi. Pensiamo alla famosa e popputa  archeologa Lara Croft, che presto ritornerà sugli schermi delle tv decisamente ringiovanita, o alla conturbante Cloe di Uncharted, o ancora a Samus, a Trip, a Bayonetta.Come non citare poi maschioni che farebbero invidia anche al Rocco nazionale? Master chief, Marcus Fenix, Nathan Drake, John Shepard e mettiamoci pure Mario (mica può mancare l’idraulico!).
Ora è sufficiente allestire uno spettacolino zozzo di quelli seri da qualche parte fuori dall’Europa (magari in Giappone dove sono esperti di queste cose)  e vedrete che immediatamente tutti i mercati mondiali volgeranno lo sguardo per ammirare tutto questo ben di Dio. Tutti infatti sanno che basta dire figa, che anche il Dalai Lama si gira e ti dice “dove?” con la lingua di fuori. E mentre Fenix si inchiappetta Bayonetta  e tutti sono lì con la bavetta alla bocca mandiamo l’ingegnere nucleare Michele a far esplodere qualche agenzia di rating americana, Ferruccio a uccidere la Merkel e Sarkozy e Vito a rubare qualche titolo greco e scaricarlo negli USA. Vedrete che la crisi passerà.

Che dite? Non è una idea fantasticherrima? L’avrò vinta la mia bellissimissima copia di Rochard? Ma certo che sì! Quando mai mi avete visto perdere? (aspettatevi la recensione)

E voi cosa ne pensate? Proponete anche voi le vostre soluzioni a questa annosa questione. Su, commentate, branco di debosciati!

Scott Pilgrim vs the World

Immaginate di essere dei nerd. Non dei nerd qualsiasi, ma dei nerd da far invidia al peggior nerd della Terra. Suvvia, non dovrebbe essere così difficile per voi che state leggendo un blog come questo! Ora immaginate che all’improvviso venga prodotto un film in cui ogni singola battuta, ogni singola musichetta di sottofondo, anche la più insignificante, ogni fottuto effetto speciale trasudi nerditudine da ogni poro. Con questo intendo citazioni di ogni genere a fumetti, anime, videogiochi, film e tutto ciò che riguarda la subcultura nerd. Cosa fareste? Semplice! Vi catapultereste al cinema a vederlo e con ogni probabilià sareste immediatamente cacciati perchè ad ogni battuta vi scapperebbe la tipica risatina scema che significa “Ha! L’ho capita e voi poveri pezzenti normali invece no!”.

Ecco, tutto questo è Scott Pilgrim vs the World, film del 2010 diretto da Edgar Wright e tratto dalla graphic novel Scott Pilgrim di Bryan Lee O’Malley. Uscito in sordina perfino negli USA, figurarsi in Italia, il film si è rivelato un vero e proprio flop al botteghino, tanto che non sono stati nemmeno recuperati i soldi investiti per produrlo. Da evitare quindi? Assolutamente no! Quando mai le masse, costituite da mamme, papà e teenager in piena crisi ormonale, rappresentano un metro di valutazione efficiente?

La trama è la parte sicuramente più banale e meno curata e sembra messa lì giusto per creare una sorta di background narrativo che ben presto si rivela una solida impalcatura per tutte quelle citazioni a cui si faceva riferimento precedentemente; sicuramente l’elemento meglio riuscito e l’unico che vi spingerà a guardare questo film.

Chi è Scott e chi Ramona? Mah!

Scott Pilgrim (Michael Cera) è un ventiduenne con la tipica faccia da sfigato. Suona in una band, i Sex Bob-omb, e vive in un piccolo rifugio insieme all’amico gay Wallace. All’inizio del film Scott conosce una liceale cinese, Knives Chau, con la quale intraprende una relazione. Peccato che questo amore sia destinato a infragersi non appena Scott incontra a una festa Ramona Flowers, la tipica ragazza ribelle e bellissima, con tanto di capelli color rosa acceso. Quel che Scott non può nemmeno immaginare è che il passato di Ramona non è così roseo come i suoi capelli e che per ottenere la possibilità di frequentarla dovrà prima sconfiggere in duello i suoi 7 ex findanzati/e.

Tutto il film ruota proprio attorno ai suddetti duelli, in cui reale e straordinario si mescolano a formare un mix stranissimo, ma dallo stile superbo. Inizialmente tutto potrà sembrarvi fin troppo normale, ma questa illusione verrà definitivamente rotta quando vedrete arrivare dall’alto una palla di fuoco che si rivelerà essere il primo ex di Ramona, Mathew Patel. Da quel momento salti impossibili, capriole, parate e colpi energetici saranno pane quotidiano e faranno da base per scontri che richiamano abbastanza evidentemente i classici picchiaduro arcade come Street Fighter e Tekken, con tanto di grafica in sovrimpressione che indica, proprio come se fossimo in un videogame, i punti acquisiti, il VS di inizio scontro e il KO finale; senza contare poi le svariate onomatopee (SBRANG, TONF, GRRRR) che spesso appaiono per sottolineare pugni, calci e rumori di vario genere proprio come avviene nei fumetti. Tutto questo rientra nella sopraccitata vena citazionistica del film, che non lesina riferimenti sparsi al mondo dei videogame, della musica, del fumetto e del cinema. Si parla però di anni ’80, quindi non troveremo riferimenti a Halo, Uncharted o Ico, quanto piuttosto a Zelda, Tetris e Pac Man. Una buona cultura sul retrogaming è quindi consigliata per godersi appieno il film.

Ecco cosa intendevo

In definitiva Scott Pilgrim vs the World si rivela essere un film molto leggero e lineare, ma un vero e proprio cult soprattutto per chi osa definirsi nerd o geek. Se stai leggendo questo blog, caro lettore, sappi allora che sei pienamente compatibile con i requisiti minimi sopraccitati, quindi muoviti e guardalo che sennò non azzardarti a mettere più piede nella Palude! Chi invece l’avesse già visto può farci sapere cosa ne pensa nei commenti. Su, non siate timidi!

Minecraftmania #2

Che ci credevate che quel pazzo di SgatlingMC sarebbe riuscito a pubblicare un secondo episodio della sua serie di video dedicati a Minecraft? Io in tutta sincerità non ci avrei scommesso neppure il più piccolo dei peli della mia ascella sudaticcia. Eppure le cose sono andare diversamente e, oltre ad avere la possibilità di vedere il seguito dell’acclamato episodio #1, possiamo dire con certezza che Dio esiste.

In questo episodio si parla di mostri a forma di cactus che vengono uccisi, di dungeon buioscurissimi e di strani blocchetti pixellosi che vengono accatastati l’uno sull’altro per formare…niente! Vi lascio alla visione del video e vi invito a farci sapere cosa ne pensate. Sono ben accette lodi di ogni tipo nei confronti della Palude e critiche e parolacce anche ingiustificate nei confronti di Sgatling. Che la gara all’insulto cominci!

Chi non commenta è uno Sgatling!

Buon ElettroLudoNatale

Tanta gnocca a tutti!

Gli anni passano, per molti lo stipendio non arriverà, ma il Natale arriva sempre puntuale e con lui arrivano gli alberi di Natale, i presepi, gli addobbi, le luci, le lucine, le lucette. Arriva anche il momento di fare i regali, per sè stessi e per gli altri, e mentre le persone normali si scambiano borsette, maglioni, peluche e cianfrusaglie varie, noi nerd di tutto il mondo, con un atto di pura bontà, ci ritroviamo nel MediaWorld più vicino per sciegliere il regalo giusto da fare alla nostra cara e adorata console, casalinga o portatile che sia. Il nuovo Gears of War non lo compriamo per divertirici a fraggare locuste, non compriamo Batman Arkham City per godere della brezza dell’aria mentre planiamo nelle vesti di Batman sopra il malfattore di turno, non compriamo Skyrim per abbattere draghi immensi e sentirci più forti di quanto in realtà non siamo, ma facciamo tutto questo per rendere felice la nostra console, la nostra vera e sola unica amica. E tanto basta per rendere felici anche noi, poveri videogiocatori afflitti dall’IVA al 21 %. Quindi divertitevi, divertitevi e ancora divertitevi che la vita è corta come la campagna di Call of Duty. Palude ElettroluDica vi augura un buon Natale videoludico da trascorrere con le vostre console prima di tutto e con parenti e amici se vi avanza del tempo.

BUON NATALE!

Eeeeeeee…

Così ti spaccio la rivoluzione

Ma cosa cispio centrerà il dash?

So a cosa avete pensato, che fossi morto e stramorto e che ormai gli avvoltoi stessero mangiando con voracità le mie interiora. Purtroppo per voi non è così e oggi dopo lungo tempo ritorno a impestare il web di articoli su giochini che non piacciono a nessuno. E a questo punto vi chiederete: di cosa si parla oggi? Siccome sono rimasto isolato dal mondo videoludico per più di una settimana per motivi che voi umani non potreste nemmeno immaginare, non ho niente di cui scrivere.

Beh, in realtà avrei qualcosa da dirvi, ma… sì, cioè, la beta è attiva fino alla fine dell’anno quindi non potrei, ma… che caspita scrivo sennò? Al diavolo la Microsoft, Obama e pure McDonalds! Si parla della nuova dashbord supermegauber kinectizzata della non ancora pensionata Xbox 360 (Monti colpisce ovunque!), che tanto è uscita da qualche ora e di sicuro Bill Gates non viene a leggere il mio blog pezzente.

Se avete una xbox collegata a internet, sicuramente avrete avuto modo di scaricare l’ennesima revisione della dashboard, che questa volta mira alla perfetta integrazione con il Kinect, che almeno nel mio caso è diventato un futuristico soprammobile da far vedere a parenti che se va bene si presentano una volta a Natale. Quello che vi troverete davanti sarà una scheramata tipo questa:

Esteticamente è: Bella? Fantastica? Stupenderrima? Sì, ma solo se siete degli elfi di Babbo Natale che indossano vestiti verdi, scarpe verdi, calzini verdi, cappelli verdi e cravatte verdi, o in alternativa se siete dei leghisti convinti. Suvvia! La Microsoft con questo verde ha clamorosamente rotto i…! E fatemeli fare rossi, blu o gialli quei quadrattoni!

Ma tralasciamo questo piccolo particolare e addentriamoci invece nelle nuove funzionalità introdotte con la nuova dashboard. Prima si parlava di maggiore integrazione con Kinect: come si traduce questo in pratica? Ora è possibile navigare l’intera dashboard servendosi delle proprie mani. In particolare è stata migliorato il passaggio fra le varie schede, che ora non avviene più con le freccette in alto, ma facendo scorrere la mano da un lato dello schermo. Tutto qui? Nemmeno per scherzo! Finalmente sono stati introdotti anche in Italia i tanto attesi comandi vocali. Basta pronunciare la parola “Xbox” e poi una delle parole che appariranno evidenziate in nero sullo schermo e Puf! quello che avete chiesto sarà esaudito. La rilevazione è pressochè perfetta, l’unica criticità è la presenza di certi comandi vocali veramente prolissi; che bisogno c’è di dire “Torna indietro”? Non era meglio solo “Indietro”? Mah!

Sarà quindi rose e fiori da ora in poi con il telecamerozzo della Microsoft? Non proprio. Per quanto precisi e “cool”, vi troverete a usare i comandi vocali solo per tirarvela con gli amici. La cosa che a mio parere li rende veramente inutili è il non poterli utilizzare ovunque. La Microsoft è riuscita a fregarci per benino! Altro che controllo completo della dashboard! Provate ad aprire un film in DivX che avete sulla chiavetta e magicamente i comandi vocali e gestuali spariranno. Possibile che i mega ingegneri della Microsoft non siano riusciti a implementarli? Ma vaffan…

Non scaldiamoci troppo e passiamo alle nuove applicazioni. Per l’occasione è stata creata una nuova sezione del Marketplace chiamata “App” in cui potremo scaricare appunto nuove applicazioni. Per ora troviamo solo le già note e a mio parere inutili app di Twitter, Facebook e Video Kinect, ma anche e soprattutto l’app di Premium Play. Per l’occasione la Microsoft ha stretto un accordo con la nota azienda del nostro amato ex presidente e ora sarà possibile, se si possiede un abbonamento Gold, attivare alla modica cifra di 19 euri al mese questo servizio che ci permetterà di vedere in streaming via internet i vari contenuti proposti. Non sarà Netflix, ma perlomeno è qualcosa in più del nulla assoluto che imperversava precedentemente. Arriveranno successivamente anche le app di Youtube, Dailymotion, Muzu.tv (video musicali) e altri (lista completa qui).  Troviamo infine il motore di ricerca Bing, ottimo per trovare giochi, video e DLC nel marketplace.

E che ci diciamo alla fine a mamma Microsoft? Ci diciamo la frase che deve essere sempre di rito in occasioni come queste: si poteva fare meglio. E mi sentirei di lanciare anche un vaffa perchè non è possibile che ogni singola e minima minchiata la Microsoft te la deve far pagare! Chi ha un Xbox capisca, gli altri intendano.

PS: vince 7 chili di mostarda e 2 etti di prosciutto chi mi spiega il significato dell’ultima frase che ho scritto.