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What’s inside the cube?

Rieccoci qui a parlare dell’ennesima minchiata partorita dalla mente perversa di quel bricconcello di Peter Molyneux, alias Peter Mulinello, alias Mr. SparoAltoMaPoiViaggioBasso. Lasciatemi introdurre in poche righe il personaggio per coloro che per fortuna purtroppo non ne hanno mai sentito parlare.

peter-molyneux Peter Mulinello viene ricordato nei libri di storia per essere stato uno dei più grandi programmatori di videogiochi di tutti i tempi, nonchè Game Designer di provata abilità. A lui si devono capolavori del calibro di Popolous e Black and White, due fra i più fulgidi esempi di God games. Tralasciando la preistoria vi basti sapere che negli ultimi anni Mulinello ha fondato la sua software house, Lionhead, è diventato capo di Xbox in Europa, ma soprattutto si è reso celebre per le sue ormai leggendarie promesse alla caz du can. Giusto per fare un esempio banale, a suo parere Fable, il primo della serie, sarebbe dovuto essere il videogioco che la gente avrebbe ricordato negli annali, una cosa talmente rivoluzionaria che Armstrong, primo uomo sulla luna, avrebbe dovuto inginocchiarsi e baciargli i piedi. Fable è stata una mezza chiavica. Però Fable 2, Peter ha giurato, sarebbe stato il gioco veramente dell’esistenza. Fable 2 è stata una chiavica. Eh, ma Fable 3, con quello non scherziamo più, ha detto il buon Peter. Fable 3 è stata una chiavica e mezzo.

Peter accusa la gggente di non capirlo e così sai che fa? Lascia la sua posizione multimilionaria ai vertici di Microsoft e fonda una software house “indie” che chiama 22cans. Ebbene sì, il nome è stato scelto per evidenziare che nella nuova nata avrebbero lavorato 22 cani. Mulinello compreso.

Di 22cans non si è più sentito parlare per un pò, poi misteriosamente Molyneux si riaffaccia timidamente e annuncia il primo attesissimo gioco della sua nuova software house: Curiosity – What’s inside the cube?

Un giocone per console next gen, graficone della madonna, nessuna promessa fuori dal mondo… Ecco, questo è quello che ci sarebbe piaciuto. Invece Curiosity è un giochino per iOS, gratuito, con una grafica del cazzo e udite udite un gioco che permetterà a una persona di scoprire il segreto più importante della sua vita! Ed eccoci che ci risiamo, Peter è ricaduto nel solito vizietto! Solo che questa volta la sta combinando davvero grossa.

Ma che bel cubone! Ho voglia di scavarlo!

Lo scopo di Curiosity è scavare a forza di tap sullo schermo del nostro iCoso un gigantesco cubo sospeso assieme a migliaia e migliaia di utenti connessi da tutto il mondo. MIliardi di miliardi di cubetti compongono il cubone e solo un fortunato un giorno scoprirà il segreto dell’esistenza racchiuso all’interno del cubo. A meno che Mulinello non sveli l’esistenza degli alieni o i nomi di tutti i VIP omosessuali del mondo, dubito che all’interno di un gioco pezzente per iPhone uno possa trovare la svolta della sua vita.  L’unico effetto che Mulinello otterrà sarà causare una rivolta fra tutti coloro che hanno perso ore e ore della loro vita consumando le loro mani su di uno schermo piuttosto che per qualcosa di ben più piacevole e appagante. E questa volta Mulinello non si salverà ve l’assicuro.

Parlando del gioco in sè possiamo tranquillamente liquidarlo in due parole visto che non si tratta di un gioco, ma di una droga di nuova generazione. Altro che Farmville, Tiny Tower e compagnia bella, qui si è raggiunto il nuovo apice dell’inutilità. Vi avviso, non scaricatelo, il gioco è una tremenda vaccata, eppure vi ritroverete a perdere ore e ore a schiacciare in maniera compulsiva cubetti colorati per non sapete quale assurdo motivo.

E finalmente capisci per quale motivo Molyneux è veramente un genio come molti lo dipingono: solo un  genio riuscirebbe a renderti più coglione di quello che in realtà già sei.

Io vi ho avvertito. Lasciate perdere. Gamer avvisato…

Arriva l’inquisitore

Anche se la situazione sembra stia radicalmente cambiando, in Italia il mondo dello sviluppo di videogiochi fatica a decollare. Perciò quando un progetto videoludico completamente italiano, per quanto “piccolo” e con poche pretese, si affaccia sul mercato, mi sembra sia d’obbligo almeno per noi connazionali accoglierlo a braccia aperte, dimostrare il nostro interesse, parlarne su forum e blog e se possibile anche giocarlo. Questo per dimostrare che anche in Italia l’interesse verso il medium videogioco c’è e l’utenza è pronta a supportarlo.

Quest’oggi voglio parlarvi di Nicholas Eymerich, che no, non è il nuovo portiere dell’Olanda e neppure l’anagramma di Voldemort, ma il protagonista di una nuova serie di avventure grafiche, il cui primo episodio, la peste, verrà pubblicato il 19 Novembre in DD (digital download) su pc/mac e in versione mobile per iOS e Android.

Eymerich

Eymerich in tutto la sua stitichezza potenza!

Come avrete certamente capito leggendo l’introduzione da paladino della patria che ho fatto, Nicholas Eymerich, inquisitore: la peste, (puff! pant!) questo il titolo completo, è un’avventura grafica completamente made in Italy realizzata dagli altrettanto italianissimi TiconBlu.

Forse però non sarebbe corretto considerarli italianissimi… cioè lo sono, ma tipo hanno sbagliato secolo in cui nascere, perchè la caratteristica più interessante e innovativa del gioco che farà certemente la gioia di ogni liceale d’Italia (me compreso) è il doppiaggio e il sottotitolaggio (si dice così?) che saranno completamente in latino!

Urla, applausi, grida di acclamazione! Cioè, si parla del primo gioco in latino della storia, micacazzi! Chi però fatica a prendere il 6 in latino (me non compreso) non si spaventi, potrà godere lo stesso del doppiaggio italiano o in alternativa del sottotitolaggio italiano del sottotitolaggio latino.

Ma perchè proprio il latino? Probabilmente per soddisfare il noto principio del famolo strano, ma anche e sopratutto perchè il gioco sarà ambientato nei duri anni della lotta all’eresia, anni in cui bruciare un uomo in più o in meno non faceva poi tutta questa grande differenza. Eymerich è il nemico numero uno dell’eresia e di Satana: un inquisitore. Non proprio il tipico bonaccione da videogioco insomma. Già questo basterebbe per rendere il gioco almeno nelle intenzioni abbastanza interessante.

La trama è molto semplice. Ecco come la presentano gli stessi sviluppatori:

Eymerich viene chiamato ad investigare su oscure vicende avvenute nel sud della Francia. Sulle tracce di un confratello scomparso, la sua ricerca lo condurrà in villaggi di appestati, covi di eretici, boschi infestati da presenze demoniache e abbazie che non sono ciò che sembrano. Lo guideranno determinazione, intelligenza affilata come un coltello, la fede in Dio, ma soprattutto… la mano del giocatore!

Come da tradizione per ogni avventura grafica, ci saranno enigmi da risolvere, misteri da svelare e altri centocinquanta sinonimi simili. Il tutto condito anche da una vena nostalgica.  Il gioco infatti può essere giocato attraverso comandi testuali, che adesso tutto quello che fa anni ‘80 è troooppo di tendenza.

Unica pecca per ora sembra essere la grafica, molto povera di texture e molto slavata. Anche il doppiaggio non sembra far gridare al miracolo. Ma ehi, queste son cose che verranno valutate all’atto pratico.

Ricordo infine (anche se avrei dovuto farlo all’inizio) che il videogame è tratto da alcuni libri di Valerio Evangelisti, che personalmente non conosco (recupererò, promesso!). No, che poi non succeda che andate in libreria, vedete un libro su Eymerich e poi pensate: “Toh, guarda! Hanno già fatto il libro del videogioco!”.

Al 19 Novembre per la recensione completa! (Chi non la legge è un inquisitore).

Sito: eymerich.it

Minecraftmania

Ormai lo sanno tutti: il fenomeno dell’anno è Minecraft, questo gioco indie sviluppato inizialmente da una sola persona, tale Marcus Persson noto ai più come Notch, che si è ritrovato in pochi mesi a fare miliardi con un gioco ancora in fase alfa. Evidentemente scavare blocchettoni pixellosi e costruire con essi ogni genere di cosa ha risvegliato in molti di noi quello spirito creativo che era rimasto assopito fin dall’infanzia. Crafting è la parola chiave. Una semplice ricerca su google vi restituirà fra i primi risultati siti web inerenti Minecraft e questa è la prova che ormai la pratica del crafting è irrimediabilmente collegata alla creatura di Notch, pur facendo parte fin dagli albori di qualsiasi gioco di ruolo che si rispetti.

Tutto questa bella introduzione per dire che a te di Minecraft non è mai importato una beneamata cippa (comprato, scaricato, 10 minuti di gioco, noia), ma al mondo ci sono persone strane e ci è perfino qualcuno che Minecraft lo adora, lo idolatra, lo eleva a nuovo Dio. Queste persone a dire il vero ti stanno un pelino sulle castagne, ma il destino ha voluto farti un dispetto grosso e ti ha fatto conoscere questo amico che con Minecraft sta avendo una vera e propria relazione sentimentale. Questo post nasce quindi per far conoscere a tutti voi lettori di Palude ElettroluDica l’ultimo progetto di questo tizio, noto sull’internetto col nome di Sgatling. Lascio a lui l’arduo compito di descrivere il tutto, che se sento ancora la parola Minecraft mi viene una colica renale.

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